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BIOGRAFIA

 

 

Rita Auriemma direttore del Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell’Ente

Regionale Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia


Nata a Pescara il 7.5.1964 e vissuta in Abruzzo per poi trasferirsi a Roma, dove ha frequentato la Facoltà di Lettere Classiche, indirizzo archeologico, e conseguito il Dottorato, sempre presso l’Università La Sapienza.

Archeologa, ricercatrice e professore aggregato presso il Dipartimento Beni Culturali dell’Università del Salento, con idoneità come professore di prima e seconda fascia; insegna Archeologia Subacquea presso la Facoltà di Beni Culturali dall’a.a. 1998-99.

Ha svolto docenze in altri Atenei (Università di Trieste, Università di Venezia Cà Foscari) ed in corsi extrauniversitari.

Collabora da vari anni con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, con il Dipartimento di Studi Umanistici e del patrimonio Culturale dell’Università di Udine e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, svolgendo moduli didattici, seminari e cicli di conferenze e coordinando vari progetti a carattere interdisciplinare e respiro internazionale.

Dal 1 febbraio 2015 al 30 giugno 2016 è stata direttore dell’Istituto regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (IPAC), confluito nell’’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale.

Attualmente ricopre il ruolo di direttore del Servizio catalogazione, formazione e ricerca dell’ERPAC, in continuità con il precedente incarico.

 

 

 

SINOPSI

 

L’Adriatico, mare dell’intimità è una felice espressione del compianto Predrag Matvejević, grande cantore di questo mare.

Negli ultimi decenni, e in particolare negli ultimi anni, una serie di progetti di ricerca internazionali e di scoperte fortuite hanno portato alla luce giacimenti di grande significato storico, per le diverse epoche, miliari di vie del mare solcate ininterrottamente per secoli. I relitti di navi e le strutture oggi sommerse per l’innalzamento del livello del mare ci parlano di paesaggi e comunità, di uomini e imprese, di dei e santi, di guerre e migrazioni, di merci e scambi, di rotte e approdi, di saperi e produzioni, di conoscenze e racconti che rimbalzano come echi da una riva all’altra.

Le recenti acquisizioni possono oggi dar vita a un quadro organico e suggestivo, in grado di suscitare o di far riscoprire sentimenti di appartenenza e coesione, come solo il mare, “cemento liquido”, è in grado di fare.

 

 

 

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