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COSTA

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INTRODUZIONE

 

Costa Crociere è una delle società più note a livello mondiale nel settore dei viaggi di piacere in mare e questo si deve anche alla sua lunga e prestigiosa storia.

Era il 7 agosto 1924 quando i fratelli Federico, Eugenio ed Enrico Costa (la famiglia si era originata nel Sedicesimo secolo a Santa Margherita Ligure) acquistavano il piroscafo Ravenna, registrandolo presso il compartimento marittimo di Genova. Si trattava di un'unità modesta, costruita in Scozia nel lontano 1888; con tutta probabilità nessuno al tempo avrebbe immaginato che, un secolo dopo, il nome Costa potesse essere associato ad uno dei marchi più prestigiosi delle vacanze per mare.

La flotta crebbe in fretta: quattro anni più tardi i fratelli Costa comprarono il Langano e pochi anni più tardi sei navi da carico che diedero inizio alla lunga tradizione di battezzare le unità con nomi di famiglia: Federico, Eugenio C., Enrico Costa, Antonietta Costa, Beatrice Costa e Giacomo Costa. Esse furono le prime navi a portare sul mare la C “blu manto di madonna” su fondo “giallo olio di oliva” (come si poteva leggere nella specifica dei colori sociali ancora in uso negli anni Settanta) e operavano in acque mediterranee per caricare olive da consegnare a Genova Sampierdarena, dove i Costa possedevano un grande oleificio, molto noto già dall'Ottocento con il marchio “Dante”.

Negli anni tra i due conflitti mondiali il business dei Costa si diversificò: oltre all'attività armatoriale i loro interessi si estendevano alla produzione tessile, meccanica e alla compravendita immobiliare.

La prima unità ad essere costruita espressamente per la famiglia Costa fu la motonave Caterina C. da 8000 tonnellate di stazza lorda, varata presso il cantiere di Riva Trigoso il 14 aprile 1942, in piena guerra. Purtroppo solo il Langano sarebbe sopravvissuto al conflitto la cessazione delle ostilità fu occasione propizia per una crescita molto rapida nel dopoguerra, epoca caratterizzata dal servizio di linea transatlantico dal quale si sarebbe poi sviluppato quello dei viaggi di piacere per mare: per un certo periodo negli anni Ottanta la società risultò essere addirittura la maggiore al mondo. Fu in quel periodo che la ragione sociale assunse l’attuale denominazione di Costa Crociere.

NAVI CELEBRI

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COSTA CROCIERE SHOP

STORIA

 

La rinascita postbellica delle attività armatoriali dei Costa ebbe inizio con cinque piccole motonavi per il trasporto costiero di merci e con due unità standard americane della classe “Liberty”, il piroscafo Edwin G. Weed e il Frank H. Evers, alle quali, nel 1947, furono imposti i nuovi nomi di Eugenio C. ed Enrico C. Una terza “Liberty”, il Federico Costa (exOtto Mears) si unì ad esse nel 1953.

La nuova, grande ondata migratoria del secondo dopoguerra e la liberalizzazione del traffico passeggeri (che prima del conflitto era esclusivamente statale), persuase la Giacomo Costa fu Andrea a dare vita a un servizio regolare di linea tra l'Italia e l'America Latina. Nel 1947 il servizio fu inaugurato da tre spartane un'unità da carico con posti per emigranti in stiva: Maria C., Giovanna C. e Luisa C.. Ma già nel marzo dell'anno successivo entrava in servizio la prima nave passeggeri con la C sul fumaiolo, l'Anna C., seguita pochi mesi dopo dall'Andrea C.

La società divenne presto nota come “Linea C” tra le popolazioni di origini latine e come “Costa Line” nel mondo anglofono, e i servizi regolari si estesero anche al Centro e al Nord America.

Un dépliant dei primi anni Cinquanta dedicato al servizio tra l'Europa e l'America Latina delle motonavi Anna C. e Andrea C.

Un pieghevole degli anni Cinquanta che illustra la classe turistica a bordo dell'Andrea C.

In quel periodo pionieristico, ci furono alcuni fatti di particolare rilievo: il primo avvenne nel 1953, con l'apertura della linea regolare verso i porti dei Caraibi con la celebre Franca C. (oggi la più antica nave passeggeri oceanica esistente). Nel marzo 1958 il cantiere Ansaldo di Genova Sestri consegnò alla Costa il suo primo vero e proprio transatlantico, battezzato Federico C.; infine, nello stesso anno, presero servizio le gemelle Maria Costa e Pia Costa, grandi e veloci navi da carico per la rotta del Nord America.

Al tempo al vertice della società vi era Angelo Costa, figlio di Federico, figura di spicco nel panorama della storia industriale italiana degli anni Cinquanta e Sessanta e uno dei massimi promotori nazionali del liberalismo.

Nel 1959 la Franca C. fu di nuvo protagonista di un evento storico, quando divenne la prima nave italiana ad essere impiegata esclusivamente per crociere destinate al pubblico americano. Essa fu una delle primissime unità a fare base in Florida, contribuendo non poco allo sviluppo del luogo come capitale delle crociere.

Nello stesso periodo la Costa divenne il principale vettore per numero di passeggeri trasportati sulla rotta tra l'Europa e il Sud America, grazie all'affiancarsi della grande e bella motonave Bianca C. alla turbonave Federico C.

Il 1964 vide poi l'ordinazione del celebre Eugenio C., ancora oggi considerata una delle più belle navi di linea e da crociera mai realizzata e un autentico capolavoro di ingegneria, architettura e arte italiana degli anni Sessanta, confermando la posizione di grande rispetto internazionale assunta ormai dalla Costa a livello mondiale.

Un celebre poster degli anni Sessanta per promuovere le crociere estive a bordo della Franca C. e dell'Anna C.

Un opuscolo del 1968 dedicato alle crociere ai Caraibi della motonave Franca C.

Nel 1967 le attività marittime della famiglia vennero concentrate in Italia nella neo costituita Costa Armatori S.p.A. L'anno seguente, con l'aggiunta di due unità di prestigio, utilizzate esclusivamente per crociere nei Caraibi, la Carla C. e la Flavia, con base a San Juan de Portorico nasceva negli Stati Uniti la Costa Line Inc. La Costa inventava così il sistema oggi universalmente adottato del “fly-cruising”: i passeggeri raggiungevano la nave in aereo al porto d'imbarco per poi fare ritorno a casa sempre in aereo al termine della crociera,. Nel 1968 ANCHE la flotta da carico veniva consistentemente arricchita con l'acquisto di sei navi già appartenente alla ltalnavi e messe in linea tra l'Italia, i Caraibi e l'America Latina.

Nel 1977 la Costa Armatori prendeva parte alla formazione della ICI-Italia Crociere Internazionali, una società a capitale misto pubblico e privato, creata dallo stato italiano per il riutilizzo della sua flotta di transatlantici ormai divenuti inutili per la concorrenza insostenibile del trasporto aereo. La Costa gestì con grande successo la celebre Leonardo da Vinci da Fort Lauderdale in Florida nell'inverno 1977/'78, ma la vita della ICI risultò breve, soprattutto a causa dell'incompatibilità tra i metodi manageriali pubblici e privati, e nel 1980 chiuse i battenti.

Non conobbe invece crisi l'espansione della flotta Costa alla fine degli anni Settanta, che si arricchì di quattro prestigiose navi di proprietà (Italia, Daphne, Danae e Columbus C.) e tre a noleggio (Angelina Lauro, World Renaissance e Amerikanis): divenendo così il più grande armatore di navi da crociera del tempo.

I primi anni Novanta videro l'approntamento del primo programma di nuove unità pensate esclusivamente per le crociere: in rapida successione presero il mare Costa Marina, Costa Classica, Costa Allegra, Costa Romantica e Costa Victoria.

Nel dicembre 1996, con il placet degli azionisti di maggioranza, il più grande operatore crocieristico al mondo, Carnival Corporation, iniziò l'assorbimento di Costa Crociere all'interno del suo gruppo, conclusosi nel 2002. Grazie al potere finanziario della nuova proprietà, venne immediatamente dato inizio a un ambizioso programma di nuovi giganti del mare con la C blu in campo giallo. La prima unità, che ha segnato anche la riapertura del celebre cantiere di Genova Sestri per essere costruita, è entrata in servizio alla fine del 2003 con il nome benaugurale di Costa Fortuna e i suoi saloni porgono giustamente omaggio ai celebri transatlantici italiani del passato.

VITA A BORDO

 

La rotta del sole. Può sembrare – e di fatto lo diverrà – lo slogan per una bella crociera in mari esotici e caldi di una nave Costa, ma le prime unità della compagnia genovese sono anche e soprattutto transatlantici impegnati nel collegamento tra l'Italia e il Nord, Centro e Sud America.

Non solo le unità con la celebre "C" sul fumaiolo che viaggiano verso i Caraibi e l'America Latina percorrono rotte baciate dal bel tempo e da un oceano di un azzurro intenso ma anche quelle dirette a New York percorrono la cosiddetta “Sunny Southern Route”, la “Rotta del Sole”, appunto, favorita dalla corrente del Golfo che praticamente tutto l'anno offre climi miti e mari tranquilli rispetto ai transatlantici britannici, francesi, tedeschi e scandinavi che percorrono linee molto più a nord e prossime al Circolo Polare Artico.

Sulle navi Costa viaggiano verso ovest passeggeri di classe o “passeggeri cabina” - per usare il gergo del tempo – ma anche tanti emigranti. E allora la rotta del sole assume per questi ultimi un significato speciale, legato alle speranze di trovare una vita migliore e opportunità lavorative in quei paesi dove già risiedono molti italo-americani, emigrati dalla fine dell'Ottocento in poi. Costoro, nella maggioranza dei casi, hanno fatto fortuna e riempiono le stesse navi al ritorno: viaggiano per affari, per vacanza o semplicemente per far visita ai parenti rimasti in madrepatria.

Foto ricordo sul ponte di comando dell'Anna C. negli anni Sessanta

Momenti di svago sul ponte del Franca C. in un'immagine promozionale degli anni Sessanta

Per questa ragione, già dal 1948, la “Linea C” - il nome con cui divenne nota la “Giacomo Costa fu Andrea” - mette in linea navi di gran classe quali la motonave Anna C. o il piroscafo Andrea C., i cui interni sono opera del grande architetto Giovanni “Nino” Zoncada. La grande sapienza progettuale del designer veneziano, ritenuto da Gio Ponti il migliore nel suo campo, darà un'impronta unica alle navi Costa fino al suo ultimo capolavoro, il celebre Eugenio C. del 1966.

Le immagini anni Cinquanta mostrano ovviamente passeggeri di classe a loro perfetto agio nei vari momenti che scandiscono la vita a bordo di una nave di linea, consolidati dall'antica tradizione del “transatlantic style”: l'imbarco lungo lo scalandrone e l'immancabile saluto a quanti rimangono sulla banchina con il lancio delle stelle filanti e le foto ricordo, prima con parenti e amici stretti, poi, una volta che il tempo trascorso ha portato nuovi legami di amicizia, foto di gruppo con gli altri compagni di viaggio...

Appena salpati l'immancabile rituale dell'esercitazione di salvataggio riunisce tutta assieme la comunità di bordo, passeggeri ed equipaggio, accomunati dal goffo giubetto il quale, un po' come una divisa, fa sentire tutti uguali e tutti importanti.

Sempre nelle classi superiori vi è una certa dimestichezza nel praticare le attività all'aria aperta, sui vasti e immacolati ponti esterni che hanno reso celebri i bastimenti italiani in tutto il mondo: un libro letto su un chaise-longue, un bagno di sole, una partita di volano o di “shuffle-board”, un drink sorseggiato al riparo di un ombrellone ai bordi della piscina, dove altri ospiti schiamazzano e giocano...

Alla sera gli chef incantano occhi, nasi e palati dei passeggeri con splendidi buffet, che tengono impegnati i cuochi scultori e decoratori sin dal primo pomeriggio: ci sono statue di ghiaccio da scolpire e i frutti più spettacolari da intarsiare. Nella variegata famiglia di quanti lavorano a bordo nel frattempo i marinai di coperta provvedono a mantenere e preservare immacolati gli esterni del transatlantico non solo a beneficio degli ospiti ma pure per il buon nome della società armatrice: un gruppo di loro, a mo' di equilibristi si arrampicano alla sommità del fumaiolo e, scendendo lungo cime e trabattelli provvedono a tenere lindi la livrea e il logo che rende immediatamente distinguibile la nave. Gli ospiti, ai piedi del gigantesco cilindro fumante, osservano col fiato sospeso, tra divertimento e apprensione, quella spettacolare attività come fossero spettatori di un circo.

Gioco delle piastrelle sul ponte dell'Anna C. in un'immagine promozionale degli anni Sessanta

A tavola nel ristorante di prima classe dell'Anna C. negli anni Sessanta

Ci sono immagini, scattate all'inizio del viaggio, che mostrano volti un po' incupiti mentre vengono fotografati con i commensali nella sala da pranzo. Poi però, col trascorrere dei giorni, la nave diventa un po' una seconda casa dall'atmosfera internazionale, un tampone che fa da cuscinetto tra la madrepatria e la comunità italo-americana. Il transatlantico, e quella grande “C” che attraversa l'oceano è come la spola di un telaio che tesse un lungo filo, un trade-union tra il passato e il futuro.

La prima parte del viaggio, che sia tra Genova, Napoli e Gibilterra, oppure tra Rio de Janeiro, Santos e Buenos Aires, vede i passeggeri allineati lungo parapetti e balaustre con lo sguardo incantato rivolto alla costa. Nei viaggi verso New York c'è anche il passaggio al largo delle Azzorre con l'affascinante panorama del monte San Michele quasi sempre circondato da un perfetto anello nuvoloso. Poi c'è il cielo purissimo, solcato da veloci nembi di giorno e costellato di astri lucentissimi di notte; non mancano però gli eventi che creano trepidante attesa tra la popolazione di bordo come gli incroci con altre navi. Quando sono della medesima società armatrice i comandanti predispongono la rotta per spettacolari incroci a poche braccia di mare di distanza: gli struggenti fischi delle sirene riempiono l'aria, le bandiere issate salutano e i passeggeri sbracciano per augurarsi buon viaggio gli uni con gli altri. Anche la visita al ponte di comando è un immancabile rituale e gli ufficiali accolgono con cordialità gli ospiti incuriositi di scoprire come si “guida” la grande nave.

Ma il momento da tutti più atteso, specie quelli che si dirigono per la prima volta in Sud America è “il  Passaggio della Linea”, vale a dire i Festeggiamenti Equatoriali, una sorta di gran galà carnevalesco che si protrae per tutto il giorno e che coinvolge 

un po’ tutti, ospiti ed equipaggio: Nettuno, Dio dei mari (o meglio “Neptunus, Deus utriusque mari” visto che la solenne cerimonia si tiene rigorosamente in latino) nominerà suddito del suo fluido regno colui il quale attraversa per la prima volta l’Equatore ricevendo, dopo la goliardica iniziazione, un nuovo nome e il relativo certificato di battesimo, ovviamente anch’esso in latino.

Dopo dieci o venti giorni, a seconda dell'itinerario, il viaggio volge al termine e quella comunità ormai affiatata si appresta a dissolversi: ci si scambiano indirizzi, piccoli doni e l'augurio di ogni bene. Un commisto di malinconia, apprensione ma anche gioia riempie i cuori di tutti i viaggiatori: tra poco saranno nuovamente sulla terra ferma per riprendere la loro vita abituale o per iniziarne una nuova.

LOCANDINE E CARTELLONISTICA PUBBLICITARIA

La situazione di emergenza alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale permise a molti armatori privati, prima impossibilitati dal regime a perseguire l’espansione commerciale, di entrare nello scenario dei vettori passeggeri intercontinentali, un settore precedentemente in mano quasi esclusiva di armamenti pubblici o sovvenzionati dai governi centrali.

La necessità di muovere, e anche rapidamente, un numero impressionante di nuovi migranti e le convenzioni sottoscritte con vari enti pubblici per poterlo fare, significò la mancanza quasi totale di attività propagandistica. Già però nel 1948, con l’entrata in servizio dell’Anna C., l’installazione a bordo di una buona prima classe in alternativa al biglietto prepagato da emigrante, significò l’inizio di un’attività pubblicitaria di un certo spessore. A Rudolf Claudus i Costa commissionarono alcuni dipinti a olio che raffigurassero l’Anna C. e l’Andrea C. e, qualche anno più tardi, la Franca C.

 

Queste immagini tornarono utili sia per la stampa di migliaia di cartoline a colori che per manifesti e pieghevoli promozionali. Sebbene in numero esiguo anche i primi dépliant pubblicati dalla Linea C. hanno il fascino d’altri tempi, con belle immagini realizzate da artisti del tempo.

Soltanto nella seconda metà degli anni Cinquanta, quando Costa adibì la Franca C. a nave da crociera full time, le necessità di promozione aziendale cambiarono radicalmente ma ormai gli illustratori avevano fatto i loro tempi e, anche per questioni di costo, si stava affermando rapidamente l’era della fotografia a colori.

Tra le pubblicazioni più originali prodotte da Costa si annoverano le brochure degli anni Settanta ciascuna dedicata a una nave della flotta e accomunate da impaginazione e struttura. Di pregio, pur nella loro semplicità, anche i pianetti con le sistemazioni per i passeggeri o più semplicemente deck plan anche questi realizzati con uniformità di stile e grafica su carta velina ripiegata.

Va infine segnalata la produzione americana per le crociere ai Caraibi che, ancora alla fine degli anni Sessanta, presentava copertine a colori sgargianti ispirate ai luoghi esotici visitate dalle navi.

 

 

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