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CUCINA E CAMBUSA

In occasione del primo anno di servizio dell’Andrea Doria, la società Italia e l’Ansaldo pubblicarono una grande monografia dedicata all’ammiraglia, che nelle sue 320 pagine descrive con dovizia di dettagli ogni aspetto della nave. Più di metà di essa è dedicata al settore alberghiero e ai servizi di bordo che facevano di quel bastimento una vera cittadina d’avanguardia.

 

L’Andrea Doria fu davvero un’opera perfetta in tutte le sue forme, un esempio di equilibrio magistralmente interpretato della duplice anima di grande nave di linea e albergo di lusso.
I servizi erano il meglio di quanto ci si potesse aspettare a quei tempi, grazie ad una perfetta organizzazione, apice dell’hôtellerie internazionale, ai cui vertici vi era il capo commissario, che svolgeva la funzione del direttore d’albergo. Ai suoi ordini una schiera di commissari, maggiordomi, maestri di casa, capi alloggi, capi camerieri, cuochi e cambusieri addestrati per soddisfare le richieste più disparate degli ospiti di ciascuna classe.
Osservando il transatlantico durante i suoi scali ci si poteva forse fare l’idea migliore dell’efficienza di quella complessa macchina organizzativa. Una piccola colonna di autocarri accoglieva la nave nei suoi scali: soltanto di provviste se ne imbarcavano circa 90 tonnellate a viaggio.

L’imbarco degli ortaggi freschi durante una delle soste in porto dell’Andrea Doria; la nave costituiva di fatto una risorsa economica importante per i tanti fornitori da cui dipendeva
l’approvvigionamento viaggio dopo viaggio.

La tabella viveri della cambusa dell’Andrea Doria era costituita da 900 voci e, per i passeggeri di prima classe a persona, erano a disposizione fino a 7 chili lordi di vivande al giorno, di cui 1300 grammi di carni e insaccati, 600 grammi di patate, 1 chilo di verdure e altrettanto di frutta. Soltanto di uova, ne venivano imbarcate prima di ogni traversata 50.000.

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